Mi dicevano che…

Eppure sono sopravvissuto.
Credere in una decisione che rivoluziona profondamente le abitudini comuni

Correva l’anno 2016.
Ho sempre ambito ad iniziare una frase così e, vuoi per l’età ma anche per la possibilità si esprimermi in un posto tutto mio, finalmente ci sono riuscito.

E’ il momento dei famosi sassolini delle scarpe, di gettarli fuori…
Chi di voi non vorrebbe farlo?

Il titolo è emblematico.
Oggi parlo al singolare, da Fabrizio alias Civico Zero.

Nella vita di molti ci sono momenti epocali che segnano passi e svolte fondamentali: non parlo di un matrimonio o della nascita di un figlio, o dello scatto di livello sul posto del lavoro.
Per quanto importanti e determinanti, sono accadimenti che toccano giornalmente la maggior parte degli esseri umani e li possiamo catalogare fra le vicissitudini che sono quasi obbligatorie per crescere ed evolversi.

Anche per me sono sensazioni piacevolmente vissute e rimarranno fra quei ricordi indelebili ed emozionanti che colmeranno sempre la mia esistenza.

Quello a cui ambisco in questo articolo è liberarmi dal peso di decisioni che sembravano macigni perché avvalorate dai pensieri maligni e provocatori dei tanti.

Eh già.
Oggi esiste la libertà di pensiero, per fortuna aggiungo.
Però spesso questa libertà si contrappone con la discriminazione in tutte le sue forme, amplificata dai social e dalla falsa vicinanza (vedi l’abuso della parola “amico”) di poter esprimere un concetto a senso unico che tende ad annebbiare e ridicolizzare ciò che non è in linea con la normalità.

Nel mio libro autobiografico DEVIAZIONE OBBLIGATORIA (link Amazon Libri), rifletto sul tema di normalità scrivendo queste poche righe:

”Chi stabilisce cosa è normale e cosa diverso? Secondo quale criterio universale il diverso non può essere considerato normale?”
Il diverso è tutto ciò che si discosta dal comune e dallo standard, dal modello ideale e teorico, dal “perfettismo” del percorso collettivo.


E la normalità è tale solo perché è il vivere e pensare assoluto. Viene immortalata nelle tradizioni, scritta sui libri e perpetuata a scuola, mitizzata dalla società e dai mass media, indottrinata nelle religioni, utilizzata come il principio primario della psicologia e in parte dalla filosofia.


Fondamentalmente chi vuole applicare a se stesso un concetto ed uno stile di vita fuori dai canoni comuni di quella normalità, per la collettività è catalogato come un diverso. E allora diventi fonte di discriminazione da parte delle istituzioni e dalla massa, sei un problema e vieni emarginato, etichettato, marchiato a fuoco.


Ecco! Io non desidero più essere succube di questo credo ma aspiro ad inseguire la libertà di esistere la mia vita senza essere classificato solo perché le mie scelte sono differenti dal comune “perfettismo”.


Voglio essere domato dall’irrazionalità perché sono profondamente annoiato dalla prassi quotidiana, il mio tempo vola, passa e non trovo differenze nelle ore che trascorrono, invecchio rapidamente e quei giorni che si consumano sono in realtà anni, ognuno identico al precedente, come se fotocopiassi i miei attimi con una Xerox di ultima generazione a 90 copie al minuto, indistinguibili, senza sbavature.


Quei fogli di carta, impilati l’uno sull’altro, sono rilegati in un lagnoso libro che prima o poi, fisiologicamente, terminerà.
“E su quel libro cosa ci sarà di interessante da leggere della mia vita rispetto a quelle altrui? Sono ancora in tempo per scrivere un capitolo meno ordinario?”


Un pensiero che ai più fa sorridere perché la scienza, i libri, gli studi, si contrappongono con la teoria che la normalità possa essere messa in discussione.

Ricordo quando comprai il camper.

La stranezza non era la scelta ma l’uso.
Per i miei conoscenti, vivere in camper non era normale, pareva quasi immorale e vergognoso, una scelta da perdente.
Non era normale.

E così la mia vita subì un tracollo fra le amicizie, anche fra quelle più consolidate.
Oggi però le mie conoscenze sono tutt’altro che decimate.
Ho avuto il coraggio di espormi sui social e la condivisione del mio stile di vita ha riunito una grande quantità di persone che, impensabilmente, mi stimano e in qualche caso mi invidiano.

Una sassolino importante da gettare fuori.

Successe qualcosa di simile quando abbandonai il posto fisso (non a livello del film di Zalone) per avventurarmi in una carriera da imprenditore.
Non era normale.

Correva l’anno 2001.
Diventare ristoratore non mi ha certamente arricchito ma mi ha permesso di sopravvivere dignitosamente soprattutto considerando che l’azienda del mio inespugnabile ex posto fisso dopo un anno da quella decisione fallì lasciando tutti gli ex colleghi in mezzo ad una strada.

Cosa sarebbe successo se avessi continuato con loro?
Probabilmente nemmeno il trattamento di fine rapporto sarebbe stato garantito.

Altro sassolino.

Recentemente ho preso la decisione di eliminare completamente il gas dal camper per raggiungere la quasi indipendenza energetica.

In questo caso correva l’anno 2021.
Come allora, ancora oggi la massa mi dà del matto, dell’ illuso.
“Non puoi vivere in camper senza gas, come fai a cucinare, è impossibile, tornerai indietro, che bisogno c’era…” (i punti sono per l’eccetera).

Non era normale.

Eppure ho passato brillantemente un’estate e gran parte dell’inverno, quello più difficile per la qualità dell’irradiamento solare.
Complice un impianto studiato minuziosamente, complice l’aiuto di qualche area sosta comunale completa di colonnine elettriche (gratuite), oggi siamo vivi e vegeti.

Ad amplificare lo sversamento di quest’ altro sassolino, c’è pure il consistente rincaro del costo del gas che ha confermato la mia scelta come una profezia.

In realtà tutti gli aumenti in campo energetico ed il rincaro delle tassazioni, avvalorano ancor più la mia scelta volontaria di vivere in camper, lontano da bollette, fatture e contratti.

Si può avere in un dibattito un’opinione ma le scelte altrui non devono essere mai discriminate in quanto strane e lontane dal pensiero comune perché i sassi che si lanciano spesso tornano al mittente come un boomerang.


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Nel 2016 sono stato folgorato da una profezia, abbandonare i muri di mattone per vivere in un camper mansardato di 6.5 metri. Nel 2017 è nato CIVICO ZERO, il più grande diario di bordo di vita in camper. Segui "CIVICO ZERO - La mia vita in camper" su BLOG - FACEBOOK - TWITTER - YOUTUBE - INSTAGRAM