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Vivere in camper: l’arte di arrangiarsi

Chi vive in camper dovrebbe pregiarsi della virtù di intuire un problema prima che lo stesso diventi un danno

Lavoro da quando ero bambino, approssimativamente ho cominciato all’età di 6 anni.
Non era sfruttamento del lavoro minorile ed il mio non era un tempo pieno. Non abitavo in Cina ma a Genova, in periferia.

Succedeva che mio papà la sera, tornato dal suo impiego come riparatore in un negozio di piccoli elettrodomestici, portava a casa parte del lavoro che non riusciva a terminare durante il giorno.

Tutto questo per me era più di un regalo.

Era un’ epoca in cui la maggioranza delle famiglie “tirava la cinghia” per coprire il mese con lo stipendio. Ma non per comprare il tv a rate, o lo smartphone, o il computer.
Il problema era proprio mangiare.

Quando eravamo fortunati, papà portava la cioccolata svizzera, il latte condensato della Nestlé, i cannoli siciliani fatti dai siciliani.
Era fiero di queste chicche e le erigeva come un trofeo. E noi come lui.

Dicevo che quel suo lavoro avanzato per me rappresentava un grande regalo.

Mi piaceva passare le serate, spesso fino a tardi, accanto a lui su quella scrivania/laboratorio dove involontariamente apprendevo quel mestiere, senza studiarlo ma rubandolo con gli occhi in ogni passaggio.

Avevo 6 anni.
Dopo pochi mesi ero in grado di fare da me. Assorbivo tutto.

Ho imparato ad usare il saldatore a stagno, a smontare ma anche a rimontare qualsiasi cosa, a riparare i circuiti a transistor e poi quelli integrati, riparavo i rasoi elettrici della Philips e della Braun, aggiustavo i mangianastri, anche i primissimi della Hitachi che venivano dal Giappone.

Ho assistito all’evoluzione della tecnologia e raggiungere a maggiore età il diploma di perito elettrotecnico fu una passeggiata.

Ma il mio curriculum non finisce qui.

A 17 anni feci per sei mesi il garzone in una officina Alfa Romeo dove riparavano le Alfa Romeo “Pantere della Polizia”: Giulia, Alfetta, Giulietta.

Fu così che imparai ad approfondire la conoscenza dei motori che erano già una mia grande passione fin da bambino.
Dopo quell’esperienza tutte le auto che si susseguirono in famiglia, non andarono mai in officina.

Apprendere i mestieri “guardando” è sempre stata una spiccata caratteristica che mi ha portato a svolgere mansioni sempre diverse e, ammetto, questo ha sempre inciso negativamente sul mio curriculum perché destabilizzava la mia professionalità.

Al punto in cui spesso fui costretto ad omettere parte dei miei trascorsi per “normalizzarlo”.

TORNIAMO AI GIORNI NOSTRI

Qualche giorno fa io e Monica ammiravamo il nostro camper ed il risultato del duro impegno impiegato per avere una casa su ruote realmente personalizzata in ogni dettaglio.

Le nostre cure estetiche e tecniche hanno valorizzato il mezzo fino a renderlo concretamente perfetto ed insostituibile.
Mai ci sogneremmo di cambiarlo, un pò per l’ affetto che ci lega ma soprattutto per non dover ricominciare da zero per renderlo unico.

La maggior soddisfazione però, è la fonte di questo risultato: essere l’ artefice del progetto e della realizzazione di ogni riparazione e modifica.

Spesso dico che, secondo il mio parere, chi vuole vivere in camper deve possedere la caratteristica di sapersela cavare da se, nelle cose più semplici come in quelle più complesse.

Arrangiarsi è importante ed importante è anche conoscere la fonte del problema perché può aiutarti ad arginarlo ed a trovare un’alternativa per non rimanere “a terra”.

La conoscenza diventa così un’alleata preziosa non solo nello svolgimento pratico ma ancor più in quello economico.

Quantificare quante ore di manodopera di un professionista abbiamo risparmiato in questi anni di progettazioni, modifiche, riparazioni e personalizzazioni, è davvero difficile.

Azzardo, considerando il costo orario medio di 30 euro/ora, in non meno di 10 mila euro.


Un risparmio di tutto rispetto accompagnato dalla soddisfazione di un risultato straordinario.

E così, dopo aver esposto questo pensiero che coinvolge anche parte della mia storia, concludo l’articolo con questa bellissima frase:

Nella vita non bisogna dipendere da nessuno e cavarsela da soli, perché quando scende il buio non potrai contare nemmeno sulla tua ombra.

Nel 2016 sono stato folgorato da una profezia, abbandonare i muri di mattone per vivere in un camper mansardato di 6.5 metri. Nel 2017 è nato CIVICO ZERO, il più grande diario di bordo di vita in camper. Segui "CIVICO ZERO - La mia vita in camper" su BLOG - FACEBOOK - TWITTER - YOUTUBE - INSTAGRAM

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