Siamo così sicuri che una rinuncia sia necessariamente una perdita?
Quello che scrivo lo volete voi perché che gran parte delle mie riflessioni vengono dalle vostre.
E’ il caso, ad esempio, dell’ articolo che stai per leggere.
Ricevo questo commento sul mio canale YouTube:
“Anch’io ho l’intenzione di fare la stessa scelta di vita quando andrò in pensione tra poco, ed ho capito che è un cambiamento abbastanza complesso e che ha bisogno di grandi motivazioni.
Credo che abituarsi alle limitate risorse che si hanno a disposizione su un mezzo mobile sia la parte più difficile ed in particolare quella dell’acqua da cui dipendono ciò che usi per bere, per cucinare, per lavare te stesso, i piatti, i vestiti e anche il camper.
E questo aspetto vale anche per i camper super lussuosi, infatti anche i veicoli di altissima gamma hanno una riserva minuscola e limitatissima confrontati con la disponibilità praticamente infinita di una residenza stanziale.
Tu fai l’esempio perfetto di come vengono usati questi mezzi nel 99% dei casi, ossia da casa al campeggio e, dico io, anche giustamente perché con un serbatoio di 100 litri e quattro persone a bordo non è che si può andare lontano.
E’ vero che l’acqua è la risorsa più facilmente reperibile ma anche se si ha l’opportunità di riempire il serbatoio, con il tempo che ci vuole, sempre da 100 litri si riparte. Tutto questo pilotto è per sottolineare che adattarsi a consumare poca acqua non è da tutti specialmente d’estate quando fa molto caldo“.
Ebbene, a questo commento è molto difficile dare risposta.
Intanto perché io non sono qui per salvare il mondo né per convincere nessuno.
Ho sempre condiviso questa mia esperienza per essere di utilità agli altri ma non per volere delle fotocopie a mia immagine e somiglianza.
Certamente una considerazione è da premettere.
Chi parte col presupposto in cui “vede nero” su temi sicuramente importanti ma non privi di una soluzione, come quello sollevato dalla persona di cui sopra sulla riserva idrica, allora un suggerimento mi sento di darlo: “Lascia stare amico mio, rimani in casa, perché questa non è la vita per te”.
Perché poi gli interrogativi si amplificheranno, arriverà la necessità di più spazio, di più sicurezza, del fabbisogno energetico, di quel che il resto del mondo pensa di te che vivi su un camper.
Personalmente da questo secondo passo della vita ho imparato molto, tutto quello che la scuola e la società non mi hanno insegnato: si può vivere con poco ma quel poco è tutto per vivere.
Fondamentalmente ho applicato invece la scuola dei miei genitori di quando ero bambino, quando la mia famiglia apparteneva ad una fascia povera della società, quando ero felice per ciò che potevo.
Ma soprattutto, tutto quello a cui ho rinunciato non è una rinuncia. Non mi servono armadi di vestiti, non mi servono tonnellate di acqua, non m’ interessa ciò che gli altri pensano di me.
E’ un concetto difficile da applicare?
Questa frase di Voltaire identifica il mio percorso filosofico di come vivo la vita oggi, è una frase RELIGIONE che vale oltre qualsiasi Credo:
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